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Occhi aperti, giù le mani: trasferire il rischio delle tecnologie autonome
March 19, 2020
di Mukadder Erdoenmez & Sinan Geylani
Mukadder Erdoenmez, Head of International Casualty for Europe & Sinan Geylani, Underwriting Manager, Autonomous Systems & Vehicles
Qualche decennio fa, l'idea di una "driverless car" era qualcosa di fantascientifico, mentre oggigiorno le auto a guida autonoma sono una realtà. Si stima che entro il 2026 sulle strade di tutto il mondo viaggeranno 21 milioni di auto a guida autonoma.
Come ha osservato l'imprenditore del settore tecnologico Elon Musk: "Quando Henry Ford realizzò auto economiche e affidabili, la gente disse: 'Mah, cosa c'è che non va in un cavallo?' Fu una grande scommessa per lui, e funzionò".
Secondo uno studio del McKinsey Center for Future Mobility, le auto a guida completamente automatizzata (livello 4) - ovvero che sono in grado di condurre l'intera attività di guida senza l'intervento del conducente ma solo in determinate condizioni - saranno probabilmente disponibili e pronte a rivoluzionare il mondo entro il 2022. Sempre secondo lo studio, entro il 2030 arriveranno invece le auto a guida autonoma, ovvero che sono in grado di eseguire - sempre e ovunque - l'intera attività di guida senza l'intervento del conducente sul volante, sul selettore marche o sui pedali.
In un sondaggio rivolto a piccoli imprenditori condotto da Renault-Nissan-Mitsubishi, il 55% degli interpellati ha affermato di credere che entro 20 anni il proprio parco veicoli sarà completamente autonomo.
Non è soltanto nell'ambito del trasporto su strada che le tecnologie autonome eserciteranno il loro potenziale rivoluzionario:
aziende di tutti i settori stanno infatti facendo grossi investimenti nelle tecnologie autonome. Secondo gli esperti di capitale di rischio di Pitchfork, nel 2018 soltanto, gli investimenti nelle tecnologie autonome hanno superato i 10,3 miliardi di dollari US.
La tecnologia autonoma è stata adottata nel trasporto marittimo e nella logistica: ad esempio, in Finlandia, è stato collaudato di recente il primo traghetto a guida autonoma. La tecnologia autonoma è stata applicata anche alle gru nei porti e ai carrelli elevatori usati nei magazzini e nei centri di spedizione.
Gli automezzi a guida autonoma sono utilizzati in agricoltura per la semina, ma anche per la costruzione e la demolizione di edifici, strade e ferrovie.
L'elenco va avanti ed è destinato ad ampliarsi.
Oltre ai grandi investimenti e alle competenze necessarie per sviluppare queste tecnologie, prima che la guida autonoma entri completamente a far parte della nostra vita quotidiana è necessario superare ostacoli legali e relativi alla responsabilità.
Le tecnologie autonome potrebbero trasformare il modo in cui viaggiamo, viviamo e lavoriamo e sono infatti in via di sperimentazione, collaudo e implementazione in tutto il mondo e in diversi settori. Ma da nuove opportunità derivano anche nuovi rischi.
I legislatori di tutto il mondo, ovviamente, insistono affinché le auto a guida autonoma siano sottoposte a rigorosi test in condizioni controllate e in ambienti chiusi prima di essere ammesse in circolazione.
Per gli esperti del rischio e gli assicuratori, la responsabilità nel caso di problemi o incidenti è una questione complessa da affrontare. Ad esempio, chi deve essere ritenuto responsabile di un malfunzionamento del veicolo causato da un errore del software? Di chi deve essere la responsabilità nel caso in cui gli hacker mandino fuori strada unauto a guida autonoma?
In ɫƵ grazie alla partecipazione a vari progetti, tra cui l'iniziativa DRIVEN, dedicata alle auto a guida autonoma di livello 4, abbiamo raccolto informazioni preziose su come gestire le assicurazioni dei veicoli a guida autonoma.
Avvalendoci di queste conoscenze, abbiamo sviluppato una polizza assicurativa polifunzionale a sostegno della progettazione, sviluppo, collaudo e implementazione di queste tecnologie. La soluzione assicurativa è rivolta non soltanto alle aziende che producono, possiedono e gestiscono auto a guida autonoma, ma anche ai produttori di componenti e agli sviluppatori di software che operano in questo settore.
La proposta adotta un approccio modulare al trasferimento del rischio; i clienti possono scegliere tra diverse coperture assicurative in base alle proprie necessità e circostanze. Per una start-up che sta conducendo test in ambienti chiusi, ad esempio, il programma potrebbe prevedere una polizza per responsabilità civile tradizionale affiancata a una copertura per i beni del contraente.
La polizza garantisce una copertura base per responsabilità civile verso Terzi, danni ai beni e furto del veicolo. È possibile poi aggiungere coperture supplementari per responsabilità civile per danni nel corso dell'affidamento, custodia o controllo del contraente; responsabilità per danni a un sito di collaudo; attacco informatico; responsabilità per danni e/o lesioni personali; interruzione del collaudo e spese per il ripristino dei dati.
Stiamo tutti imparando a conoscere questa tecnologia mano a mano che si sviluppa e utilizziamo i dati raccolti dagli esperimenti e dalle prove per delineare un quadro migliore dei rischi e delle opportunità offerte dall'autonomia.
A questo proposito, crediamo che un approccio collaborativo sia fondamentale per sviluppare strategie di gestione e trasferimento del rischio applicate alle tecnologie autonome. Desideriamo quindi portare avanti la collaborazione con clienti in tutti i settori per capire meglio i rischi e i vantaggi di questa tecnologia.
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