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Jennifer Schipf

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Global Chief Underwriting Officer – Fine Art & Specie, AXA XL

Alla fine del 15 ° secolo, la Banca Monte dei Paschi di Siena (Banca MPS) ha istituito la prima collezione d'arte aziendale al mondo dopo che i suoi proprietari hanno commissionato ad alcuni artisti locali di creare dipinti per adornare i suoi uffici. Fondata nel 1472, Banca MPS esiste ancora oggi – è la banca ancora esistente più antica del mondo  – e, la sua collezione, ben conservata, comprende opere dell'artista senese Pietro Lorenzetti, dello scultore britannico  Henry Moore e delle famose Tavolette di Biccherna, una serie di tavolette di legno utilizzate per rilegare  i registri contabili a Siena.

La collezione è stata originariamente creata esclusivamente a beneficio dei proprietari di Banca MPS e le opere non sono state esposte pubblicamente. Ma i tempi sono cambiati. 
Oggi la collezione è aperta al pubblico più volte all'anno poiché l'attuale gestione della banca considera il suo straordinario patrimonio artistico un tesoro da condividere con la comunità. Ciò riflette anche il modo in cui le aziende sono arrivate a comprendere i vantaggi più ampi del collezionismo d'arte.

Arte al lavoro

Nell'era moderna, David Rockefeller è stato uno dei primi manager ad apprezzare i vantaggi di esporre opere d'arte negli uffici di un'azienda. Nel 1959, Rockefeller istituì il programma Art at Work presso la Chase Manhattan Bank, di cui era presidente e amministratore delegato, sulla base della sua convinzione che le opere d'arte esposte negli spazi pubblici e nelle aree di lavoro potessero trasmettere potenti messaggi sullo  stile, lo spirito e la “personalità” di un'organizzazione. O, come il manager stesso aveva dichiarato "l'arte eleva l'esperienza di lavorare e chiudere affari con la nostra azienda". 

Rockefeller era anche un acquirente sofisticato - non sorprende dal momento che sua madre, Abby, aveva contribuito a fondare il Museum of Modern Art nel 1929 - e diede l’indicazione di concentrare questo programma su artisti emergenti, in via di sviluppo e sotto-riconosciuti. Altre aziende hanno seguito l'esempio, e dalla metà degli anni novanta, circa la metà delle aziende Fortune 500 negli Stati Uniti collezionano attivamente opere d’arte, così come molte grandi aziende europee.

Così come nel 15 ° e 16° secolo, anche oggi l'elenco di importanti collezionisti aziendali comprende diverse note banche. 

Deutsche Bank, ad esempio, ha la collezione più vasta del mondo con oltre 70.000 oggetti, il 90% dei quali sono stati creati da aspiranti artisti. Tuttavia, il pezzo principale della collezione, il colossale Abstract Painting (Faust) di Gerhard Richter, non è più esposto nella hall dell'ufficio di Wall Street della banca: è stato tolto dall’esposizione al pubblico nel 2019. 
Anche UBS dispone di un'impressionante collezione di 35.000 dipinti, fotografie, disegni, stampe e sculture, tra cui opere di Lucian Freud, Jean-Michel Basquiat e Roy Lichtenstein. Poi c'è JPMorgan Chase. Le opere, originariamente acquisite dal  programma Art at Work di Rockefeller,  costituiscono il nucleo della sua collezione di 30.000 pezzi di dipinti, sculture, opere su carta e fotografie moderne e contemporanee. Questa collezione diversificata comprende opere di artisti provenienti da tutti i Paesi in cui opera la banca e capolavori di Sol LeWitt, Robert Rauschenberg e Andy Warhol.

Le più importanti realtà operanti nell’ambito tech hanno anche iniziato a creare collezioni aziendali, spesso con un tocco innovativo. Ad esempio, Meta, la società proprietaria di Facebook, Instagram e WhatsApp, ha fondato un programma in-house in cui alcuni artisti locali collaborano con i dipendenti per progettare e creare opere d'arte da esporre nei propri uffici. 
Allo stesso modo, Apple ha commissionato ad artisti locali la creazione di murales unici nel loro genere per i suoi uffici in tutto il mondo e i dipendenti sono incoraggiati a votare per la scelta di  possibili nuovi acquisti ed installazioni artistiche. Il coinvolgimento dei dipendenti è un elemento centrale della collezione di Microsoft: un gruppo di dipendenti Microsoft ha iniziato a collezionare opere d'arte per conto dell'azienda nel 1987. La collezione di 5.000 pezzi si concentra principalmente sull'arte contemporanea e comprende opere di Takashi Murakami, Cindy Sherman e Chuck Close.

Migliorare l'ambiente di lavoro

Oggi, le collezioni d'arte aziendali figurano in primo piano nelle strategie di responsabilità sociale delle imprese e nei programmi volti al benessere dei dipendenti. Secondo Chiara Paolino, accademica italiana che ha studiato le collezioni d'arte aziendali italiane e co-autrice di Innovating Business with Art: The Fondazione Ermanno Casoli Method, "Lungi dall'essere solo una passione e un investimento basato sul branding, le collezioni aziendali sono ora ampiamente viste come un miglioramento della qualità dell'ambiente di lavoro, che può dare diretto beneficio alla salute sociale ed economica di un'azienda".

Inoltre, le collezioni aziendali svolgono un ruolo essenziale nel mercato globale dell'arte a beneficio di tutti gli aspetti dell'ecosistema: lavoro per gli artisti, dealer, organizzatori di fiere d'arte, consulenti, periti, restauratori e anche sottoscrittori, hanno tutti tratto profitto dal desiderio delle aziende di migliorare "la qualità dell'ambiente di lavoro".

Sostenere gli artisti viventi

Sebbene le aziende che acquistano opere d’arte abbiano stili ed approcci diversi, una tendenza degna di nota è investire in opere di artisti viventi. O,come ha detto un curatore di una collezione aziendale di lunga data "una priorità importante è collezionare in un modo che porti beneficio per gli artisti". Questo approccio ha il risvolto che gli artisti moderni e contemporanei sono rappresentati in modo prevalente in molte collezioni d'arte aziendali. Le ragioni di ciò non sono, ovviamente, puramente altruistiche e probabilmente includono considerazioni come aspetti estetici, costi e la possibilità di commissionare ad un artista vivente la personalizzazione di un’opera d’arte.

Indipendentemente da ciò, i risultati per gli artisti viventi le cui opere vengono acquistate dalle società sono costantemente positivi. Secondo una ricerca sulle collezioni d'arte aziendali olandesi della School for Cultural Analysis dell'Università di Amsterdam, "Molte collezioni aziendali, dalle multinazionali alle organizzazioni senza scopo di lucro, mostrano arte 'd'avanguardia' prodotta da artisti appena entrati nel mercato dell'arte, aumentando le possibilità di questi artisti di essere riconosciuti come parte del patrimonio culturale olandese". La ricerca dell'Università ha anche scoperto che le collezioni d'arte aziendali contribuiscono fino al 20% della domanda d’ arte contemporanea nei Paesi Bassi. Chiara Paolino conferma questi risultati, dicendo: "Dal punto di vista di un artista, il coinvolgimento con un'azienda può portare a importanti opportunità di vita e di crescita esterna poiché offre loro la libertà di esplorare l'arte in un nuovo contesto, che, a sua volta, può portare benefici nei successivi progetti”.

Protezione di beni di valore

Come altri beni aziendali di valore, le aziende dovrebbero adottare misure appropriate per proteggere e preservare le loro opere d'arte. Per i collezionisti aziendali e privati,  raccomandiamo coperture assicurative standalone per rispondere alle loro necessità. Questo perché la maggior parte delle coperture Property non copre le opere d'arte danneggiate o distrutte durante il tranporto - il tipo di perdita più comune - e le franchigie sulle coperture Property spesso limitano l'importo del risarcimento che i clienti ricevono per le opere danneggiate dal fumo o dall'acqua che è  il secondo scenario di perdita più comune. 

Altri vantaggi delle coperture stand-alone offerte da un assicuratore esperto in fine art includono: servizi di consulenza per affrontare nuovi rischi come, ad esempio, quelli associati alle vendite online, e un accesso immediato a periti esperti e specialisti del restauro.

Sebbene il furto sia generalmente un rischio meno significativo, specialmente con i molti sistemi di videosorveglianza in uso oggi, può accadere che le opere d'arte, specialmente i pezzi più piccoli, scompaiano. Pertanto,   raccomandiamo anche che le aziende con partecipazioni estese, in particolare quelle con opere di alto valore e di artisti famosi, rivedano periodicamente i loro sistemi e processi di sicurezza e, se necessario, mettano in atto misure appropriate per scoraggiare i potenziali ladri.

Infine, poiché i valori delle opere  cambiano, le aziende – e, di nuovo, i collezionisti privati – dovrebbero procedere a far rivalutare le loro opere ogni tre-cinque anni. 
Un’opera che valeva un certo importo quando è stata acquistata non significa che abbia oggi lo stesso valore di sostituzione.

Anche negli ambienti di lavoro moderni, progettati principalmente in un’ottica di efficienza e di produttività, possedere ed esporre opere d’ arte avvantaggia le aziende su più livelli: promozione del brand, benessere dei dipendenti oltre alla Corporate Social Responsability. E, con adeguate misure di prevenzione e protezione, le collezioni d'arte delle aziende saranno fruite dalle generazioni future proprio come lo sono oggi quelle di Banca MPS.

 

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