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Imperativi nella gestione delle crisi, imprese più consapevoli, meglio preparate, pronte a reagire
October 01, 2020
di Carrie Huang
Carrie Huang, Underwriting Manager, Crisis Management, Asia
Le imprese resilienti si adattano alle circostanze e gestiscono le avversità. In questo articolo, Carrie Huang, Underwriting Manager del team Crisis Management di É«¶à¶àÊÓÆµper l'Asia, spiega perché la resilienza è un imperativo fondamentale per le aziende di oggi e spiega in che modo esse possono diventare più consapevoli, meglio preparate e pronte a reagire.
Noi esseri umani siamo resilienti per natura. Il che vuol dire che abbiamo "la capacità di riprenderci dalle avversità o di adattarci facilmente ai cambiamenti” (secondo la definizione di resilienza dei dizionari). Siamo programmati per rilevare le minacce fisiche e fare di tutto per ridurle, se non addirittura eliminarle.
In effetti, la storia dell'umanità ha registrato un continuo progresso verso un mondo più sicuro e prospero, tranquillo ed equo. Le guerre tra stati nazionali, ad esempio, una volta erano molto diffuse, mentre oggi sono piuttosto rare. Un altro esempio: la percentuale della popolazione mondiale con accesso a "risorse idriche migliori" è passata dal 76% del 1990 al 91% del 2015. Un altro ancora: nel 1970 il tasso di mortalità annuo per catastrofi naturali nei Paesi a basso reddito era di 0,7 per ogni 100.000 persone; oggi questa cifra è scesa allo 0,2.
Viste da una prospettiva più ampia – il che, onestamente, non è sempre facile –, queste e altre statistiche indicano che molte persone oggi vivono più a lungo, più felici e più sane; la nostra innata resilienza continua a dare i suoi frutti.
Quando la situazione sfugge di mano
Tuttavia – e sì… naturalmente non poteva mancare una replica a quanto appena affermato –, dato che l’economia globale è sempre più interconnessa, la popolazione aumenta incessantemente e il pianeta diventa sempre più caldo, la pressione sulle persone, sulla società civile e sugli ecosistemi naturali cresce rapidamente.
La pandemia da COVID-19 ha ovviamente causato gravi criticità praticamente ovunque. Ma non dimentichiamo l’ondata di disordini sociali che ha avuto luogo in Paesi di tutto il mondo nei mesi precedenti l'emergenza da COVID-19. Sebbene tali disordini possano essersi momentaneamente interrotti a causa della pandemia, le tensioni di fondo rimangono e stiamo già assistendo a una ripresa dei conflitti sociali in alcune località. (La mia collega Bonnie Chow ha scritto a tale riguardo non molto tempo fa un articolo disponible qui.)
Occorre anche ricordare che, secondo le Nazioni Unite, "il mondo sta assistendo al più alto numero di sfollati della storia. Alla fine del 2018, ben 70,8 milioni di persone in tutto il mondo sono state costrette ad abbandonare le proprie case a causa di conflitti e persecuzioni". Sappiamo anche che questo fenomeno è dovuto in gran parte alla siccità persistente e di lungo periodo in alcune Regioni. È opportuno rilevare che i cinque anni più caldi mai registrati negli ultimi 140 anni si sono verificati tutti dal 2015 in poi. Un altro dato significativo: la temperatura in una città della Siberia nordorientale ha toccato di recente i 38 C; si tratta del valore più alto mai registrato oltre il Circolo polare artico.
Senza voler essere troppo pessimisti: è possibile che il cammino dell'umanità verso un futuro ritenuto migliore non sia più così scontato?
Non più solo un luogo comune?
Il fatto che il mondo sia tormentato da un'ampia varietà di rischi, pericoli, minacce e insidie – a voi la scelta! – non è proprio una novità per chi opera nel settore assicurativo e e della gestione del rischio: questo è il mondo in cui viviamo. E anche il concetto generale di resilienza non è un argomento nuovo nella nostra comunità; molti articoli, white papers e tavole rotonde hanno affrontato diversi aspetti di questo tema.
Tuttavia – ecco l'immancabile replica –, sebbene le aziende oggi abbiano a disposizione strutture e strumenti eccellenti per sviluppare resilienza e possano avvalersi di esperti validi e competenti, i risultati sul campo sono contrastanti. Le imprese, in qualsiasi parte del mondo, vengono regolarmente indebolite, se non addirittura messe completamente al tappeto, dalla loro incapacità di anticipare e reagire agli eventi prevedibili.
Questo è abbastanza comprensibile. La mobilitazione di risorse e l'integrazione di capacità, sistemi e processi che potenziano la resilienza di un'azienda richiedono impegno e continuità; non si tratta di un'operazione semplice dagli esiti certi ed evidenti. Siamo realisti: considerando le infinite sfide che le aziende devono affrontare nell'attuale contesto economico, in rapida evoluzione e altamente competitivo, esiste davvero qualcuno che ha il tempo di sviluppare piani di emergenza completi per tutte le potenziali esigenze, indipendentemente dalla loro prevedibilità? O di contemplare eventi come gli attentati terroristici in cui il rischio è reale, ma la probabilità di rimanerne vittime piuttosto bassa?
In passato era chiaro il motivo per cui alcune aziende non davano priorità a determinate iniziative volte ad aumentare la resilienza. Ma nei mesi a venire, quando la pandemia da COVID-19 si ripresenterà in alcune zone e divamperà in altre, prevedo che molte aziende rivedranno i propri piani in ordine a quanto e dove debbano compiere sforzi per comprendere, prepararsi e rispondere meglio a vari rischi, pericoli, minacce e insidie.
Questo perché, oltre a causare forti turbolenze praticamente in tutti i settori industriali, è probabile che la pandemia alteri in modo significativo il panorama competitivo all'interno dei singoli comparti. Sebbene le ricadute sulle aziende appartenenti allo stesso settore tenderanno ad essere relativamente simili – diminuzione della domanda, necessità di ripensare le catene di approvvigionamento globali e/o costo economico rappresentato dai lavoratori in cassa integrazione – alcune aziende riusciranno ad adattarsi meglio alle mutate condizioni.
Dura realtà
Quindi, cosa succederà? Come ho suggerito in precedenza, quando si tratta di creare maggiore resilienza, i fattori limitanti non sono necessariamente costituiti dalla mancanza di competenze e strumenti. Le difficoltà maggiori riguardano l'impegno e la costanza dell'azienda.
Tuttavia, mentre la pandemia continua a dilagare e il mondo rimane avvolto in un velo di incertezza, le aziende sane e competitive saranno anche estremamente resilienti.In chiusura, desidero illustrare brevemente come il team Crisis Management and Special Risks di É«¶à¶àÊÓÆµ insieme ai suoi partner, aiuta le aziende a prepararsi, reagire e riprendersi da una serie di possibili eventi. Un elemento centrale della nostra offerta include strutture e metodologie collaudate che comprendono:
- Analisi delle minacce comprendente sviluppi a livello globale/regionale, monitoraggio degli incidenti e previsioni che evidenziano i potenziali punti di pressione
- Resilienza aziendale comprendente l'analisi dell'impatto sull'attività e della catena di approvvigionamento, la continuità operativa, il supporto alla transizione e la pianificazione della gestione delle crisi
- Sicurezza e risposta riguardante la pianificazione dell'evacuazione, la preparazione agli attacchi informatici e il ritorno ai piani di ritorno al lavoro
I diversi elementi di questo processo complessivo – analisi, pianificazione, monitoraggio e risposta rapida ed efficace – richiedono competenze diverse in campi che vanno dalla valutazione delle minacce all'applicazione della legge e alla sicurezza informatica, fino alla comunicazione in situazioni di crisi, alle scienze ambientali e, naturalmente, alla salute e sicurezza pubblica. Gli esperti di É«¶à¶àÊÓÆµsu questi temi e sugli argomenti correlati sono supportati da alcuni partner chiave, tra cui S-RM e Klareco Communications. S-RM è leader nei più recenti metodi di gestione delle crisi, con esperti provenienti da agenzie di intelligence, forze armate e unità di negoziazione per il rilascio di ostaggi. Klareco è un'azienda che si occupa di comunicazione corporate e relazioni pubbliche con sede a Singapore e che vanta una vasta esperienza nell'aiutare le aziende a difendere, gestire e recuperare la propria reputazione.
All'inizio di questo articolo ho affermato che gli esseri umani sono resilienti per natura. Tuttavia, ho dimenticato di aggiungere qualcosa: quando si impegnano per ottenerla. Questo significa che la resilienza non si ottiene spontaneamente. La generale tendenza al progresso dell'umanità deriva in gran parte dal fatto che l'evoluzione favorisce naturalmente coloro che vi si adoperano. A mio avviso, lo stesso vale per le aziende. Quando le aziende si impegnano, possono anche essere notevolmente resilienti. Il team Crisis Management and Special Risks di É«¶à¶àÊÓÆµè pronto ad aiutare le aziende a diventare più consapevoli, meglio preparate e pronte a reagire, e quindi a navigare con successo in un mondo sempre più imprevedibile.
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